ROMA – Ad un passo da un’affascinante quarto di finale Fognini-Cecchinato: è questo il responso del primo turno del “China Open”, torneo Atp 500 dotato di un montepremi di oltre tre milioni di dollari, in corso sul cemento di Pechino, nel complesso olimpico costruito nel 2008 per le Olimpiadi estive. I due azzurri hanno faticato tantissimo per venire a capo dei loro avversari ma gli alibi sono diversi. Il palermitano Cecchinato, 22 del mondo e 8a testa di serie, il primo a scendere in campo in ordine cronologico, ha subito la verve tecnica del 33enne cipriota Baghdatis, sceso la numero 113 per problemi fisici ma sul veloce vale i primi 40 del mondo, che nel primo set si è esaltato mandando fuori giri il siciliano. Che ha nella determinazione e nella concentrazione la sua arma migliore: infatti Cecchinato non ha ceduto di nervi ma, punto dopo punto, quindici dopo quindici, si è guadagnato un set point (unica palla break del set) nel decimo game sul servizio del cipriota, e lo ha capitalizzato immediatamente, pareggiando il conto dei set. Nella terza frazione poi, Baghdatis è lentamente calato dal punto di vista fisico mentre Cecchinato, da fondo campo, ha preso fiducia trovando diverse angolazioni vincenti, condite col suo marchio di fabbrica (la smorzata), letale anche sul veloce. Anche il servizio ha funzionato, tanto che l’azzurro (dopo non aver breakkato l’avversario all’ottavo gioco complice un ace sporco di Baghdatis) è andato a servire sul 4-5 per salvare il match e lo ha fatto con autorità. Così come con autorità ha chiuso la contesa al dodicesimo gioco, evitando un tie-break terribile. E’ la seconda vittoria in carriera per Cecchinato sul veloce. Così agli ottavi il palermitano incrocia la racchetta dell’ungherese Fucsovics, numero 45, giustiziere di Seppi al primo turno; negli scontri diretti il magiaro conduce 1-0 (ottavi a Monaco di Baviera) ma l’occasione di approdare ai quarti e sfidare Fognini (peraltro entrando per la prima volta in carriera nella top 20 mondiale) è ghiottissima. Fognini, dal canto suo, dopo la scellerata finale persa a Chengdu, 13 del mondo e 4 del seeding, era sotto un set e un break (6-1 2-0) contro il mediocre qualificato moldavo Albot, numero 102 della classifica. Incitato di continuo da Capitan Barazzutti, che lo sta seguendo per tutta la campagna d’Asia (è il suo nuovo coach? Perchè segue lui e non gli altri?), il ligure ha ripreso in mano il match ed ha chiuso con un duplice 6/3. Ben più difficile l’avversario negli ottavi: il next gen russo Rublev, 68, è un tipetto che non perdona. L’azzurro conduce 2-1 nei precedenti ma il 20enne moscovita ha vinto l’ultimo incontro, nel 2017 nei quarti di Umago. Il sogno del quarto Fognini-Cecchinato non è una chimera.
Andrea Curti
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