“La Davis si merita un format migliore e più rispetto per i giocatori, che vanno messi nelle condizioni migliori per scendere in campo”. Già. Parole e musica di Capitan Corrado Barazzutti all’indomani della sconfitta degli azzurri contro gli Usa che è valsa l’eliminazione dalla Coppa Davis. Va detto che l’Italia, vista la classifica (Berrettini 8 del mondo e Fognini 12) schierava una formazione che poteva ambire almeno alla semifinale, il problema è che le già citate punte di diamante del team azzurro sono arrivate a Madrid stanche e acciaccate fisicamente, dopo una stagione incredibile per continuità di risultati. Uno come Fognini non può e non deve perdere contro il numero 150 (il canadese Pospisil) e uno come Berrettini non può e non deve finire il match su una gamba sola. Le responsabilità sono anche e soprattutto di chi mette in campo i giocatori. Possibile che Barazzutti non si sia accorto che il Fognini versione indoor, per caratteristiche tecniche non può competere a certi livelli? Contro Pospisil, che non è Nadal o Djokovic o Tsitsipas, non poteva giocare Seppi che in carriera nei tornei indoor ha spesso ottenuto ottimi risultati? O addirittura, visto che la nuova formula prevede due set su tre e non tre su cinque, perchè non chiamare e schierare Sinner, che sembra il più forma tra gli italiani? Inspiegabile. Come è inspiegabile il sovrautilizzo di un Berrettini già con le batterie semi scariche, in singolare e in doppio nella prima giornata contro il Canada; Bolelli, contro gli Usa, ha giocato al fianco di Fognini soltanto perchè Berrettini si è infortunato in singolare, e questo ci porta a chiedere: ha un senso portare uno specialista del doppio e poi non farlo giocare, se non per disgrazie altrui? Che la gestione tecnica del gruppo sia stata sbagliata ci pare più di una ipotesi, a Barazzutti spesso manca il coraggio di osare anche in manifestazioni così importanti. Ed è un peccato,

Andrea Curti