Dopo Sinner a Miami anche Berrettini a Madrid perde una finale di un Masters 1000 ed è un peccato perché il tennista romano è stato davvero spalla a spalla con uno Zverev, 6 del mondo, che nel torneo spagnolo ha fatto fuori Nadal e Thiem senza perdere neppure un set. Anzi, alla fine l’unico set perso a Madrid dal tedesco porta la firma appunto di Berrettini in un incontro veramente tirato. Che il match fosse equilibrato si è visto subito, dal secondo game, quando Berrettini ha impiegato dieci minuti per tenere il servizio (annullando con una coraggiosa smorzata la palla del 2-0 al tedesco). Al settimo gioco il break dell’azzurro, complice anche uno Zverev distratto nei fondamentali. Quando tutti si aspettano un Berrettini implacabile col servizio ecco invece che il tennista romano colleziona tre errori che mandano Zverev sul 4 pari. Il sorpasso è presto detto ma Berrettini tiene botta sino al tie-break. Dove parte forte con un minibreak in apertura che, in due minuti, diventa 5-0 per l’italiano. La troppa sicurezza di Berrettini, ormai certo di aver vinto il set, inducono l’azzurro ad una serie di errori madornali (da “sborone” la palla-corta che non arriva neppure alla rete) che avvicinano Zverev sino al 5-4. Poi Berrettini s’inventa un diritto lungolinea vincente che lo porta al doppio set-point. Nel primo il tennista romano è in ritardo sul diritto del suo avversario, nel secondo subisce l’accelerazione di Zverev che pareggia i conti. Anzi Zverev trova l’ace nel momento migliore e si issa 7-6 ma Berrettini annulla il pericoloso set point attaccando. Anche il quarto set point Berrettini sfuma ma ci pensa Zverev con un doppio fallo a mandare l’azzurro a servire per il set per la quarta volta. Ed è la volta buona: 7/6 Berrettini al diciottesimo punto dopo un’ora e dieci di botte terribili. Che continuano ovviamente anche negli altri set. Nel secondo la battaglia dei servizi tiene banco sino al decimo game quando Berrettini cala di intensità e Zverev lo breakka e pareggia il conto dei set nel decimo gioco (6/4). La lotta si fa dura sul serio; a parte la palla del 3-1 nella terza e decisiva frazione, l’impressione è che l’azzurro, di fronte ad uno in canotta bianca e con un catenone d’oro che luccica alla luce dei riflettori, perda lentamente lo slancio fisico, e di fatti, da un potenziale 4-1 Berrettini, si passa al 4-2 effettivo di Zverev. Che a dire il vero non fa la partita, è attendista, gioca ben oltre la linea di fondo per entrarci non appena l’avversario accorcia lo scambio. Ma gli basta per portare a casa il trofeo dopo due ore e quaranta minuti di match vero. Il rammarico di Berrettini è quello di non aver capitalizzato l’occasione nel terzo set e di aver tirato sempre, anche quando magari poteva stanare Zverev dalla buca da fondo campo. E’ vero che di drop-shot ne sono entrati pochi oggi però cinquanta errori non forzati sono troppi a certi livelli. E lui li ha pagati a caro prezzo. Ora sotto con Roma: il Foro Italico attende un azzurro in semifinale dal lontano 2007 con Volandri, attuale cittì di Davis dopo il siluramento di Barazzutti.

Andrea Curti