Bimbo Sinner è diventato un ometto. La maturità, la testa, la calma, la determinazione con cui a 20 anni e mezzo ha raggiunto i quarti di finale degli Australian Open battendo in tre set secchi l’idolo di casa, il rapidissimo De Minaur, è quasi sconvolgente. Una partita, questo ottavo di finale, che aveva molte insidie (compresa l’alta temperatura, 33 gradi) ma che l’altoatesino, già top-ten ma con ambizioni ben più grandi (sennò perché cercherebbe un ex grande giocatore da inserire nel suo team?), ha gestito con autorevolezza anche nei momenti più difficili, specie ad inizio primo set quando ha dovuto annullare quattro palle-break al suo avversario, addirittura tre consecutive nel quarto game. E’ vero, ad esser pignoli, nel settimo gioco Sinner ha la palla del break che non capitalizza, ma è altresì vero che nel tie-break il tennista azzurro vince 5 punti degli ultimi 6 annichilendo un De Minaur che forse commette l’errore di metterla sulla potenza, invece di variare il gioco e tentare di mandare in confusione l’azzurro. Questa presunzione dell’australiano di misurarsi sulla stessa velocità di palla di Sinner costa il set e forse l’intero incontro mentre Sinner gongola, lui sfidato sulla forza in un braccio di ferro impari per il suo avversario. Così l’altoatesino nella seconda frazione breakka subito l’aussie e si issa 4-1, chiudendo il set 6/3 a quindici sulla propria battuta, complice l’ennesimo diritto in corridoio del suo avversario. Sinner è ovunque: aces, schiaffi al volo, addirittura qualche voleé in diagonale di rovescio ad una mano. E’ la giornata dove tutto gira per il verso giusto mentre l’avversario s’incaponisce in una tattica suicida. Break in apertura di terza frazione, complessivi quattro giochi su sei vinti a zero dall’azzurro. Che però cede per la prima volta il servizio sul 4-1 in suo favore: De Minaur accorcia sino al 3-4 anche per alcuni errori non forzati di Sinner ma la freddezza dell’azzurro, nei frangenti di maggior difficoltà, è devastante e gli consente di portare a casa il match e il quarto di finale contro Tsitsipas. Due italiani nei quarti di uno Slam non avveniva dal 1973, Panatta e Bertolucci al Roland Garros. E non è finita. Stanotte in Italia il romano Berrettini sfiderà il francese Monfils per l’accesso alla semifinale nella parte alta del tabellone, laddove Djokovic è a casa e Nadal è invece ancora in corsa contro il mancino canadese Shapovalov. Certo, che ogni 50 anni vengano fuori giocatori azzurri al top della classifica non è un vanto, ma vedere Berrettini e Sinner in cima per parecchio tempo è molto più di una semplice speranza. Oseremo dire quasi una certezza. Nel tennis moderno…
Andrea Curti
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