Tutti parlano di Sinner, che a Dubai ha peraltro battuto un osso duro come lo spagnolo Batista Agut (4 del seeding) e che avendo alle spalle il guru Piatti è assai più sponsorizzato e seguito dalla stampa specializzata, e pochi si stanno accorgendo dei grandissimi progressi di gioco e di tattica del toscano Musetti, altro diciannovenne per alcuni addirittura più talentuoso del tanto decantato altoatesino. Ad Acapulco, in Messico, e dopo aver perso da inizio anno due finali challenger (Antalyja e Biella2), Musetti ha prima passato le qualificazioni e poi ha segnato la storia battendo l’argentino Diego Schwartzman 6/3 2/6 6/4 dopo 2 ore e 22 minuti di gioco, argentino che è un top-ten, per cui l’italiano è diventato il secondo azzurro più giovane di tutti i tempi a battere un giocatore nei primi dieci della classifica mondiale (Schwartzman è 9), sempre dopo Sinner che nel 2020 a 18 anni e poco più, sul duro di Rotterdam, aveva eliminato il belga Goffin che era 10. I due si rincorrono insomma, sono loro il futuro del tennis italiano: Sinner entrerà nei primi 30 del mondo, quindi è già un pezzo avanti, ma per Musetti (momentaneamente 120) l’entrata nei primi 80 a breve non sembra un grosso ostacolo. E lo merita, per la varietà di gioco che mostra in campo. Conta sì vincere ma conta anche l’estetica del tennis, sempre più rara nel circuito.
Andrea Curti
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