Tre anni fa Sinner saltò Tokyo per “scelta tecnica”, due anni fa nelle finali di Coppa Davis a Malaga era ufficialmente infortunato ad un dito della mano, l’anno scorso a settembre dette di nuovo il due di picche a Volandri per stanchezza fisica (dopo la tournée americana), quest’anno ha avuti problemi all’anca a Madrid che lo hanno indotto a saltare il Foro Italico. La lista è lunga, il nostro è un misero sunto che può dar adito alla cultura del sospetto, di cui la nostra società si nutre. E così quest’anno salterà la sua seconda Olimpiade di fila che dà notorietà nell’Olimpo dello sport ma non soldi né tantomeno punti ATP. La “chirurgica” assenza di Sinner combacia a perfezione con la trasferta americana, quella dei Master 1000 di Montreal e Cincinnati, del 500 di Washington e soprattutto dell’ultima prova Slam, gli US Open a New York. Insomma il numero 1 del mondo non ci sarà, e lascia un po’ tutti in mutande, metaforicamente parlando, perché con lui una medaglia sembrava sicura. Al suo posto giocherà il torinese Vavassori, che è un prezzemolo, sta dappertutto perché, oltre al singolare, lo ritroveremo nel doppio e nel doppio misto. Insomma, chi idealmente degli azzurri chi può arrivare a medaglia in singolare? Il toscano Musetti accreditato della 14ma testa di serie, è sempre in grado, per il tennis spettacolare e completo che produce, di issarsi in alto, e Djokovic e Alcaraz lui li ha già battuti, sul rosso per giunta. Certo, mancherà Berrettini che lentamente sta tornando ai livelli top-ten prima degli infortuni fisici e amorosi che ne hanno inevitabilmente frenato l’ascesa, e sul rosso di Parigi è una assenza pesante, per un vincente come lui, che avrebbe avuto più speranze di medaglia rispetto, ad esempio, ad Arnaldi o Darderi, con tutto il rispetto per i bravi ragazzi di casa nostra. La Paolini, nel femminile, è 4 ma la finale di un mesetto e mezzo fa nello stesso impianto del Roland Garros fa ben sperare, benché il dominio della polacca Swiatek sul rosso è evidente e la velocità di palla dell’americana Gauff è sensibilmente superiore. Anche nei doppi l’Italia parte in pole position. Nel maschile, forse generosamente, la coppia Sinner-Musetti (più per i risultati in singolare che non nel doppio) era stata accreditata della prima testa di serie ma il banco è saltato e ora Musetti dovrà capire se ha più affiatamento con Arnaldi o Darderi per giocare un doppio azzoppato nelle aspettative. Invece dagli specialisti Bolelli-Vavassori, numeri 2 del seeding, ci si aspetta un torneo in odor di medaglia ma dovranno sbaragliare il campo dell’agguerrita concorrenza, vedi i tedeschi Krawietz-Puez, gli americani Fritz-Paul, gli inglesi Salisbury-Skupski e i croati Pavic-Metic (defending chanpions), con la mina vagante rappresentata dagli spagnoli Nadal (col ranking protetto) e Alcaraz. Nel doppio femminile le finaliste del Roland Garros 2024 Paolini e Errani sono teste di serie numero 3 e dovranno vedersela dalle americane Gauff e Pagula e dalle ceche Krejcikova e Siniakova, oltre alle sorprese dell’ultimo momento. In gara anche Cocciaretto e Bronzetti, due che lottano parecchio in campo. E persino nel doppio misto, con Errani e Vavassori, si hanno delle chances di medaglie. Impensabile anni fa. Ci saranno complessivamente 184 tennisti provenienti da 41 nazioni, vediamo di non sfigurare, please.

Andrea Curti