Quando ti giochi uno Slam e in contemporanea, il primo posto mondiale della classifica, non può essere una partita normale, non è una partita normale. Lo sanno le finaliste degli Australian Open, la giapponese Osaka e la ceca Kvitova, i cui destini sono diversi. La prima sta dando continuità alla vittoria agli ultimi US Open, prima nipponica nell’era open a giungere all’ultimo atto in quel di Melbourne, e lo sta facendo alla grande: in semifinale contro la Svitolina la 21enne ragazza di Osaka (ma residente a Boca Raton, in Florida) ha messo a segno 56 colpi vincenti, un dato spaventoso, terrificante per chi si imbatte contro la furia giapponese. Da parte sua, la 28enne Kvitova (residenza monegasca) si è lasciata alle spalle la brutta aggressione casalinga nel Natale del 2016 che le aveva fatto pensare al ritiro dalle competizioni, e ha ripreso a giocare con determinazione, ritrovando il suo tennis mancino dalle angolazioni impossibili con aggiunta di una buona dose di potenza che non guasta mai. Così la tennista ceca ha incamerato otto finali vinse consecutivamente, l’ultima a Sydney ad inizio 2019 e cinque solo nel 2018. E’ vero che manca da una finale Slam da 5 anni (Wimbledon 2014, ha vinto anche Wimbledon 2011)  ma a Melbourne una rappresentante della Repubblica Ceca manca in finale dal 1991, e chissà che la compianta Jana Novotna da lassù non la spinga al titolo. Infondo le storie di tennis sono storie di vita.

Andrea Curti