L’otto volante azzurro sfreccia sui cieli di Melbourne: al Flinders Park infatti sono otto gli italiani in cerca di gloria, 7 nel maschile e 1 nel femminile, per la prima prova del Grande Slam 2019, che parte lunedì 14 sino al 27 gennaio. Alterne le fortune del sorteggio e diverse le aspettative, ma conterà anche la condizione fisica degli atleti, visto che l’estate australiana è famosa per creare problemi a chiunque. Vista la classifica, comunque, da Fognini (numero 13 del mondo) ci si attende un torneo sugli scudi, se non altro per migliorare il suo attuale best ranking. Il ligure affronta il n.74 spagnolo Munar, che dovrebbe (e usiamo il condizionale) battere per poi affrontare al secondo turno uno tra il cileno Jarry e l’argentino Mayer prima di imbattersi al terzo turno nel più quotato iberico Carreno Busta. Il “Fogna” è alla dodicesima partecipazione agli Australian Open dove in singolare ha raggiunto gli ottavi solo nel 2014, oltre ad aver vinto il doppio con Bolelli nel 2015. La sorpresa Cecchinato, invece, 18 del ranking, è alla sua seconda presenza in Australia (nel 2016, due anni prima di esplodere, perse al primo turno contro il modesto francese Mahut) ha avuto un sorteggio di media difficoltà, ovvero il n.92 Krajinovic, serbo che era 26 lo scorso aprile prima di precipitare in classifica ma che tira forte, e Cecchinato sul veloce non esprime ancora le stesse potenzialità della terra rossa. Sono 3 pari gli scontri diretti col serbo, sarà un match molto fisico; se lo supera il palermitano affronterà uno tra l’altro serbo Djere e il russo Donskoy, e al terzo il croato Coric, 11 del mondo. Forse è Seppi, attuale 37 (ma dopo la finale di Sydney migliorerà), l’azzurro più in forma; il suo avversario è il californiano Johnson, 33, uno che tira forte ma che non è pare in grande spolvero; gli scontri diretti vedono in netto vantaggio (4-0) lo yankee ma sul cemento australiano Seppi (alla sua 14a presenza) ha spesso tirato fuori dal cilindro prestazioni di valore, raggiungendo quattro volte gli ottavi di finale (2013, 2015, 2017 e 2018) e battendo addirittura Federer (era 2 del mondo) nel 2015 e Kyrgios (era 13) nel 2017. Se dovesse battere Johnson, il bolzanino affronterà uno tra Feliciano Lopez e l’australiano Thompson. Scontro invece tra ragazzini quello che vede opposti Matteo Berrettini (22 anni, 52 del mondo, dal Nuovo Salario con furore) e il 20enne greco Tsitsipas, 15 del ranking; il romano pare chiuso dal pronostico ma la vittoria di Seppi sul greco a Sydney dimostra che il “Kuerten di Atene” non è poi così imbattibile, basta avere attenzione, lottare su ogni punto e mettergli una gran pressione addosso. Gli scontri diretti dicono 1-0 Tsitsipas, quali Us Open 2017, ma Berrettini da allora ne ha fatti di progressi. Quinto azzurro in gara è il 29enne pugliese Fabbiano, 100 del mondo, che sulla carta è stato il più fortunato (così penserà anche il suo avversario…), pescando la wiild card locale Kubler, 131; Fabbiano, alla terza partecipazione in Australia, non ha mai passato il primo turno, forse è la volta buona. Se così fosse, troverebbe però il bombardiere americano Isner, uno che non ti fa giocare mai, avendo il numero di aces più alto del circuito. E veniamo ai qualificati. Stefano Travaglia da Ascoli Piceno e Luca Vanni da Castel del Piano hanno preso la liana giusta per uscire dalla giungla delle qualificazioni e sono approdati al tabellone principale. Travaglia, 27 anni e numero 139 della classifica, ha pescato l’argentino e coetaneo Andreozzi, numero 80 Atp; 2-1 i precedenti in favore del sudamericano, tutti a livello di challenger, (per entrambi si tratta della prima partecipazione al main draw del Major australiano). Chi vince troverà il georgiano Basilashvili, 19 del seeding. Il toscano Vanni, invece, 33 anni, ha giocato alla grande le qualificazioni, non perdendo neppure un set in tre partite e bissando il risultato del 2017; da n.164, e grazie ai 198 cm di altezza, Vanni ha preso a pallate i suoi avversari con un servizio che può aiutarlo anche contro l’ostico spagnolo Carreno Busta, 24 del mondo, spagnolo che è reduce da tre primi turni consecutivi negli ultimi tre tornei del 2018 e ancora non ha giocato un torneo nel 2019. Potrebbero rientrare in tabellone come lucky loser sia il torinese Sonego che il senese-romano Lorenzi; Sonego, rispettivamente 104 ATP e prima testa di serie delle qualificazioni, e 109 e quarta testa di serie: sono i primi due esclusi dal tabellone principale, e se qualcuno dovesse dare forfait, potrebbero rientrare in gioco entrambi. Sopratutto Sonego ha da recriminare: ha sciupato di tutto e di più il torinese contro il modesto giapponese Ito, peccato. Nel tabellone femminile, dopo la generazione della Schiavone, Pennetta, Vinci, ecc. (con la Errani ancora ai box per la squalifica e le giovani Trevisan, Paolini, Chiesa ed altre che stentano tremendamente ad alti livelli), resta in piedi la sola Camila Giorgi; la 27enne di Macerata, numero 27 della classifica WTA e 27esima testa di serie, è stata sorteggiata al primo turno contro la slovena Jakupovic, 82 del ranking mondiale. Sulla carta pare un match semplice ma i precedenti dicono 1-0 per la slovena (2018, primo turno sull’erba di Nottingham). La marchigiana, al Flinders Park, vanta soltanto un terzo turno nel 2015 su sette partecipazioni. Dire che dietro lei c’è il deserto del Gobi non è azzardato.
Andrea Curti
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