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Ci voleva Rino Gaetano per ricordare che “il cielo è sempre più blu”; il cielo è quello di Parigi, e gli azzurri al terzo turno sono diventati cinque, tutti con buone prospettive di arrivare agli ottavi di finale, ovvero di guadagnarsi parecchi punti (180) e un bel gruzzoletto di denaro (170.000 euro). Il primo a scendere in campo domani (tutti gli altri sabato) sul Suzanne Lenglen sarà il ligure Fognini, 29 del mondo, opposto al mancino argentino Delbonis, 51, un osso assai duro sulla terra rossa, un pedalatore d’altri tempi, molto intelligente perché non disdegna di chiudere il punto anche a rete. Ma Fognini resta favorito, sia per i precedenti in suo favore (3-2, gli ultimi due sulla terra rossa, l’ultimo proprio al Roland Garros 2019) sia per la maggior tecnica e per il ruolino di marcia di approdo al terzo turno, senza cioè aver perso neppure un set. E’ schiacciasassi anche  “Thor” Berrettini, che ora ama disegnare (invece della firma) un martello alla fine di ogni vittoria; non sappiamo ancora se è lui il super-eroe del tennis italiano, ma sappiamo che ha distrutto l’argentino Coria (che, pur non essendo un fenomeno – staziona intorno alla centesima posizione – sulla terra rossa ti costringe a non sbagliare nei fondamentali) e che, per sua ammissione, “arrivo al terzo turno fresco per non aver giocato molto“. Il prossimo avversario del top-ten romano è il sud-coreano Kwon Soonwoo, n. 91, giustiziere di un Seppi un po’ troppo stanco dopo l’impresa dell’eliminazione del canadese Aliassime; la vista sugli ottavi è luccicante, anche perché potrebbe incontrare Sua Maestà Federer (se questi batterà il mancino tedesco Koepfer) nella rivincita del Masters e Wimbledon targati 2019, peraltro su una superficie poco congeniale al campione svizzero. L’altro azzurro che ancora non ha perso un set è il diciannovenne toscano Musetti, il più giovane della compagnia, che per la prima volta in tabellone in uno Slam “dei grandi” ha tritato prima il top-15 belga Goffin e poi quel Nishioka che lo aveva sconfitto la settimana scorsa a Parma. Atleticamente e tecnicamente ben messo, Musetti (ora 76 del mondo) al prossimo incrocio darà vita ad un derby italiano spettacolare contro il palermitano Cecchinato, 83, uno che a Parigi nel 2018 riportò l’Italia tennistica in semifinale in uno Slam dopo oltre 40 anni e che a Roma non si è “meritato” la wild-card. Il “Ceck” ha risposto sul campo allo scempio del Foro Italico e, dopo la finale persa nel 250 di Parma, si è preso questo prezioso terzo turno battendo l’aussie De Minaur, che sulla terra rossa perde di consistenza tecnica. Anche il siciliano è in grande forma avendo perso solo due delle ultime undici partite, tra Ginevra e Parma, tutte rigorosamente sul tappeto rosso. E anche contro De Minaur Cecchinato è stato lucido e determinato, dimostrando anche una costanza di rendimento che fa ben sperare. Chi vince affronterà molto probabilmente il numero 1 del mondo Djokovic (non dovrebbe aver problemi contro Berankis) e lo spettro di un affascinante Djokovic-Cecchinato come nel 2018 non dovrebbe far dormire sonni tranquilli al campione serbo (ricordiamolo, fu eliminato proprio dal Ceck!). Anche per l’altoatesino Sinner (19), uscito vincitore non senza fastidi dal derby col ligure Mager, c’è pronta una ghiotta occasione di approdare agli ottavi di finale: dall’altra parte della rete ci sarà il colored svedese Ymer, 105 del ranking, bravo ad approfittare di un Monfils sempre più in versione turista e sempre meno tennista. I precedenti sono 1-1 con lo svedese che un anno fa batté nettamente l’azzurro sul veloce. Ma a Parigi c’è la terra rossa. E la prospettiva di un altro scontro con Nadal, che è a caccia del 14° titolo al Roland Garros, è piuttosto accattivante. Le note dolenti purtroppo arrivano dal torneo femminile. Non ci sono più azzurre al terzo turno, tutte hanno confermato i loro limiti tecnici e fisici. Trevisan e Giorgi hanno perso al terzo set contro avversarie modeste palesando entrambe discontinuità di gioco e di rendimento; la prima ha smarrito la verve dello scorso anno facendosi rimontare da 3-1 in suo favore nel terzo set, la seconda continua improvvisamente a sparire dai match, come le è accaduto quando nella prima frazione, avanti 5-2, ha subito cinque giochi consecutivi dalla sua avversaria. La Paolini invece nulla poteva contro la straripanza fisica della greca Sakkari e si è arresa presto senza colpe.

Andrea Curti