Complimenti Musetti, tocca rifare il pezzo! Avanti di due set a uno, con un avversario 37enne alle corde, cioè 15 anni in meno, in crisi perché Djokovic ormai è un numero uno virtuale non avendo vinto quest’anno nemmeno un 250, è proprio il toscano a crollare di schianto al quinto set, per giunta alle tre di notte, quando da giovani si andava in discoteca, si tornava a casa per farsi la doccia e si usciva di corsa a fare colazione, rigorosamente cappuccino e cornetto, alle sei del mattino al baretto appena aperto. Ma non si è più giovani. La vittoria di Djokovic, per quanto commovente dal punto di vista agonistico, per la grinta di un leone ferito, è la dura sconfitta di un Musetti che non riesce a trovare quella continuità agonistica e mentale che gli permetterebbe di abbattere il muro dei primi 15 del mondo, lui che tecnicamente vale almeno i primi cinque. Così Musetti ha salutato il Roland Garros, noi non abbiamo dormito (e alla nostra età è grave) stravolgendo il racconto di una occasione gettata alle ortiche, e Sinner (appollaiato) non è diventato numero uno del mondo: c’è di peggio, tennisticamente parlando?

Andrea Curti