Una volta “fare 13” significava svoltare nella vita, diventare milionario o persino miliardario, era il sogno proibito di ogni italiano anche perché era molto difficile azzeccare tutti i risultati della schedina. Oggi è Nadal che vuol fare 13 al Roland Garros; negli ultimi 15 anni, dal 2005 ad oggi, l’iberico ha vinto 12 volte a Parigi, e soltanto tre volte i French Open hanno avuto un trionfatore diverso da lui (Federer 2009, Wawrinka 2015 e Djokovic 2016). Nadal ha vinto 12 finali su 12, mai perso all’ultimo step sul rosso parigino. Ma quest’anno è diverso. E’ un 2020 maledetto, per via del Covid-19 che ha inevitabilmente fermato l’attività e costretto Nadal a rientrare a Roma dopo 6 mesi di stop forzato, ed esporlo a brutte figure, come nei quarti del Foro Italico contro l’argentino Schwartzman. Pertanto la nostra idea è che il grande favorito questa volta sia l’attuale numero 1 del mondo, il serbo Djokovic, che al contrario in questo 2020 non ha ancora perso una partita (ad eccezione della squalifica agli Us Open) con 31 affermazioni su 31 mentre a Parigi ha vinto 1 finale su 4, non tantissimo. Ma il serbo è in forma, in grande fiducia e soprattutto gioca in umiltà, remando da fondo, cercando una continuità di gioco e di palleggio che la pandemia ha ovviamente spezzato. A Roma ha fatto diversi errori non forzati, specie col rovescio, ma ne è sempre uscito vincitore. Dalla sua parte di tabellone però ecco il fresco campione di New York, l’austriaco Thiem, che al Roland Garros vanta due finali negli ultimi due anni mentre Nadal ha il finalista degli US Open, il teutonico Zverev. La pattuglia azzurra è tra le più numerose degli ultimi anni. Abbiamo quattordici italiani in campo, dieci uomini e quattro donne, a rappresentare il buon stato di salute del nostro tennis. Non è andata malaccio al romano Berrettini, n.8 ATP e settimo favorito del seeding, che debutta contro il canadese Pospisil, mai superato un turno nelle sei precedenti apparizioni a Parigi per via della sua poca attitudine alla terra rossa, essendo un attaccante puro. L’altra testa di serie azzurra, il ligure Fognini, 15 del mondo e 14 del seeding, ha pescato il fastidioso kazako Kukushkin, n.87, giunto mai oltre il secondo turno. Negli scontri diretti Fognini è avanti 3-2 e si è aggiudicato le due partite sul rosso. Il 33enne di Arma di Taggia è alla sua tredicesima presenza e vanta i quarti del 2011 e due ottavi di finale nelle ultime due edizioni. Il piemontese Sonego, 46, è stato sorteggiato al primo turno contro il qualificato equadoriamo Gomez, figlio d’arte di quel papà Andrés che vinse il Roland Garros 1990, giocatore che per la prima volta si affaccia su palcoscenici importanti. Per il 25enne torinese è la seconda presenza nel main draw francese (lo scorso anno perse all’esordio contro Federer), quindi è una ghiotta occasione per accedere al secondo turno. Ma non sarà facile. Così come per l’ascolano Travaglia, 73, che ha pescato il veterano iberico Andujar, 50, uno che mangia pane e terra rossa; sarà importante per il marchigiano alzare la velocità del palleggio per venirne a capo, come testimonia la semifinale persa dall’italiano settimane fa al challenger di Prostejov. Duro il primo turno per “Bimbo” Sinner, 74, che troverà nel piccolo ma veloce belga Goffin, 12, un instancabile guerriero. I precedenti sono 1-0 per l’altoatesino (indoor di Rotterdam) ma il belga a Parigi vanta i quarti nel 2016 e gli ottavi nel 2012 e nel 2018, quando fu eliminato da Cecchinato. Cecchinato che, quando sente aria di Tour Eiffel, si ringalluzzisce pensando anche all’incredibile semifinale 2018; il palermitano, sceso al numero 110, ha vinto le qualificazioni con autorità confermando la ripresa intravista al Foro Italico, e ora sfida il giovane e forte australiano De Minaur, 27 del mondo e 25 del seeding, con cui ha un 1-3 negli scontri diretti ma l’unico match giocato sulla terra (Roma 2019) vide vincitore proprio il siciliano. C’è da sperare che il campo dove i due giocheranno sia molto lento, il che permetterebbe al Ceck di intrappolare da fondo campo il suo avversario, assai più abile e agile sulle superfici veloci. E’ un match duro anche per l’altro siculo, Caruso da Avola, 84, opposto al mancino argentino Pella, 37 e un po’ in ribasso, alla ricerca della miglior condizione atletica. Caruso difende il terzo turno dello scorso anno, raggiunto partendo dalle qualificazioni. Peggio è andata all’altro ligure Mager, 88, contro il serbo Lajovic, 24 del mondo e 22ma testa di serie, che proviene dai quarti di finale di Amburgo e a Parigi vanta ottavi nel 2014 e terzo turno lo scorso anno (Mager invece è esordiente).
Chi conta il suo 14° cap è invece l’altoatesino Seppi, sceso al 97, che sulla carta, ma solo sulla carta, ha un primo turno agevole contro l’altro figlio d’arte, il 20enne americano Korda, 202 del mondo, passato attraverso le qualificazioni, figlio del Petr cecoslovacco numero 2 del mondo e vincitore dello Slam australiano nel 1998 e finalista al Roland Garros 1992, che oggi gli fa da coach. C’è poi la sorpresa Giustino; il 29enne tennista napoletano, n. 156, è stato bravo a superare i suoi tre turni di qualificazione approdando al tabellone principale dove ad attenderlo c’è il parigino Moutet, n. 70 a 21 anni, idolo di casa. Sembra un match difficile ma nel tennis nulla è scontato. In campo femminile, abbiamo quattro ragazze in quello che è ormai il leit motiv della storia del tennis italiano, ossia quando vanno bene i maschi sono indietro le donne, e viceversa. Si spera che la marchigiana Giorgi, n.74, possa fare qualche ulteriore passo in avanti; intanto si scontra nel derby con la fiorentina mancina Trevisan, n. 158, che ha superato le qualificazioni giocando un buon tennis, e quindi avremo di certo una azzurra al secondo turno. C’è in lizza  l’altra toscana della Garfagnana, la Paolini, n.94, che debutta contro la spagnola Bolsova, n.97, quest’ultima ottavi a Parigi lo scorso anno. I precedenti dicono 1-0 Paolini e si prospetta match almeno equilibrato. Dulcis in fundo ecco rispuntare dal mazzo Sara Errani, la bolognese che dopo varie peripezie tennistiche e non (vedi squalifica per doping), rialza finalmente la testa con tenacia e torna nel tennis che conta a 33 anni e da numero 149 del mondo. Dopo aver superato con autorità le qualificazioni, l’azzurra se la vedrà con la bella portoricana Puig, 96 in ribasso, in un match alla sua portata, per lei che conosce bene i campi parigini, avendo raggiunto la finale nel 2012 ed essendo stata cinque del mondo nel 2013. Sono passati diversi anni ma, si vede che la voglia di tornare a certi livelli non manca.
Andrea Curti