La torta fa gola a tutti, specie da quando Nadal e Djokovic non ce la fanno più. Così il ritorno di Alcaraz vale come una “zaccagnata” per Sinner che, uscendo sconfitto al quinto set con lo spagnolo, saluta non soltanto il torneo a lui meno congeniale per superficie, il Roland Garros, ma anche la possibilità intrigante di fare il Grande Slam, avendo vinto in gennaio gli Australian Open. Un po’ di amarezza c’è, perché l’altoatesino si è fatto rimontare; era partito alla grande Sinner con due break in tre giochi e un 6/2 tranquillo tranquillo. Sulla scia dell’entusiasmo Sinner si catapultava avanti 2-0 e 2-1 e servizio ma incassava un fragoroso parziale di 5 giochi a zero, parziale che non è stato in grado di recuperare per il 6/3 dello spagnolo. Nella terza frazione avveniva l’esatto contrario, con Sinner sotto 1-2 in grado di recuperare e vincere 4 games consecutivi prima di firmare il conseguente 6/3. Avanti due set ad uno, Sinner forse per stanchezza si è un po’ smarrito ed ha ceduto il quarto set al primo set point per il suo avversario, in una frazione in cui nessuno dei due aveva mai concesso palle-break sino al nono game. Alla prima invece Alcaraz ha castigato l’azzurro e si è arrivati al quinto. La lucidità fisica ha fatto la differenza: lo spagnolo breakkava subito l’azzurro e quel maledetto 3-0 per Alcaraz è stato un macigno troppo pesante per Sinner e decisivo ai fini dell’incontro. Così Alcaraz, al terzo match point, chiudeva la contesa in suo favore dopo oltre 4 ore di gioco, qualificandosi (da favorito) per la finalissima di domenica e dando una bella spallata a Sinner, Che comunque lunedì sarà numero 1 del mondo, mica robetta (peraltro primo italiano di sempre). Ma il campanello di allarme per le Olimpiadi e tutto il resto, è già suonato. Meno male che i tornei sul veloce, indoor e outdoor, sono molti di più rispetto a quelli su terra rossa.
Andrea Curti
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