Con Berrettini fuori per infortunio, si pensa sempre e soltanto a Sinner, accumulando mezze delusioni che poi non sono tali se si considera che l’altoatesino più di ciò che si vede non può dare: in effetti la sua sconfitta contro il tedesco Altmaier è figlia dell’inadeguatezza delle soluzioni tecniche a sua disposizione, come la poca propensione al gioco di volo, che vede spesso Sinner in difficoltà nell’istinto killer sotto rete. Istinto che non ha, anche con 20 Cahill al seguito, per questo forse sarebbe meglio tornare alla versione “piattiana” del ragazzo, sparapalle a gogo e (semmai) schiaffi al volo per chiudere il punto. L’impressione (e ovviamente speriamo di sbagliarci) è che arrivare nei primi 5 del mondo, attualmente, è come scalare l’Everest: poco ossigeno man mano che si cresce in altitudine, poco tennis man mano che si sale di classifica con gli avversari. Così, tornando all’origine, non si pensa quasi mai a chi fa meno presa sui media, perché magari non è paparazzato in giro per feste e locali, e Sonego, Musetti e Cocciaretto lo dimostrano. Il primo ha disputato una delle partite più belle in carriera, e su una superficie – la terra rossa – che forse lo penalizza per caratteristiche tecniche; sotto due set a zero contro quel “cagnaccio” brutto e scorbutico del sovietico Rublev, 7 del mondo, ha saputo il torinese riprendersi la scena, nonostante il cappotto subito nella seconda frazione che avrebbe steso chiunque. Ma non lui. Lentamente e con grande decisione, utilizzando molto la palla corta per attirare a rete un avversario non proprio a suo agio con i colpi di volo, ha risalito la china di una partita il cui epilogo sembrava scontato e, punto dopo punto, si è costruito una vittoria che vale gli ottavi di finale a Parigi, un bel gruzzoletto in più in banca e altri punti per una classifica che torna a sorridere all’azzurro (rientrerà nei 40). E le prospettive dei quarti non così proibitive: servirà anche buttarla un po’ in Khachanov per battere l’omonimo russo numero 11 del mondo, con cui vanta un 1-2 negli scontri diretti, l’ultimo dei quali a Roma 2019. Il russo comunque ha rischiato di uscire subito dal torneo, dato che al primo turno il francese Lestienne vinceva due set a zero prima di infortunarsi e giocare menomato, lasciando campo libero a Khachanov. L’eliminazione dei giocatori francesi dal torneo, che tanto scalpore ha suscitato sotto la Tour Eiffel, consentirà sempre domani a Musetti di giocare sul centrale contro il numero 1 Alcaraz, da lui già battuto lo scorso anno in quella straordinaria finale sul rosso di Amburgo, da cui poi Musetti ha spiccato il volo in maniera definitiva verso le zone alte del ranking. Il tennista toscano, contro lo scolastico mancino britannico Norrie (14 del seeding), ha fatto valere tutta la sua classe, variando il gioco in maniera selvaggia con il risultato di non far capire nulla al suo avversario. Lo ha preso a pallate insomma, mettendo in campo tutto il suo vasto repertorio: vincenti di diritto e rovescio, gioco di volo, passanti in corsa, palle corte velenose, lob imprendibili. Uno spettacolo che da solo è valso l’esoso prezzo del biglietto. Ciò che più ci ha colpito è stata la sua maturità: in tutte le parti del campo Musetti sapeva perfettamente quale fosse la soluzione migliore e ciò, a lungo andare, ha finito per disorientare Norrie. Forse in questo Roland Garros si è visto sinora la miglior versione di Musetti, ancora vergine in fatto di cessione di set ma ora atteso alla prova del fuoco negli ottavi contro il number one Alcaraz, apparso in ripresa dopo l’inatteso scivolone di Roma. Sarà di certo un bel match dove speriamo vinca il tennis (di Musetti). E tra le donne? L’unica superstite azzurra è la 22enne marchigiana Cocciaretto che pare essersi scrollata di dosso definitivamente il brutto infortunio di tempo fa che le aveva precluso la scalata in classifica. Era solo questione di tempo. La tempra e il buon tennis dell’azzurra hanno fatto il resto. Ora rientrerà nelle prime 40 ma per centrare gli ottavi e sognare i quarti dovrà battere la mancina yankee Pera, 36, dalla marchigiana già eliminata sul cemento di Hobart. La Mission non è impossible, sarebbe la prima volta negli ottavi di uno Slam per la Cocciaretto. E per non aver mollato nel periodo buio, se li meriterebbe tutti.

Andrea Curti