Non aveva mai vinto quest’anno tre partite di fila, anzi dopo Wimbledon (luglio) ad oggi aveva incamerato cinque primi turni e un secondo turno; insomma Sonego si era un po’ sciolto sul cemento outdoor americano, cedendo tante posizioni in classifica (l’anno scorso il torinese era 21 del mondo, ora 65) e invece lo ritroviamo un po’ a sorpresa in finale nel 250 di Metz. Finale che ha raggiunto con grandissimo merito perché dare 7/6 6/4 ad un bombardiere come il polacco Hurkasz, top-ten e campione in carica sul cemento indoor francese, non è da tutti. Soprattutto l’azzurro è stato molto bravo nei game di risposta, anche a rete pare migliorato (sicuramente il disputare doppi nei tornei aiuta ad evolversi nei colpi di volo) ed ha registrato un invidiabile 84% di punti sulla sua prima di servizio. Per Sonego quella di domani è la finale numero 5 in carriera, la prima del 2022; ne ha vinte 2 su 4 l’azzurro, sull’erba turca di Antalya e sul rosso di Cagliari, per cui manca un trofeo sul veloce indoor. Ma non sarà facile; il suo avversario, il russo di passaporto kazako (tranquilli, dal 2016) Bublik, numero 44, è particolarmente a suo agio sul duro, come dimostra il successo nello scorso febbraio a Montpellier su Zverev a le altre cinque finali in carriera raggiunte tutte su superfici veloci. Peraltro Bubliki è più riposato perché la sua semifinale contro lo svizzero Wawrinka è durata soltanto tre giochi, per il ritiro del tennista rossocrociato.
Andrea Curti
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