ROMA-Un’ora e mezzo e passa la paura, anzi arriva la grande gioia della prima volta nei quarti di finale di Wimbledon: Camila Giorgi, la redenta Camila Giorgi da Macerata (ma francese di residenza), ha battuto la doppista mancina Makarova (che a sua volta aveva eliminato la numero 2 del mondo Wozniaki) con un secco 6/3 6/4 che non ha lasciato scampo alla moscovita. Brava è stata la Giorgi a far muovere la macchinosa russa, a tenerla da fondo con palleggi lunghi e rapidi, lasciando poco spazio all’iniziativa altrui. Così, nove anni dopo Francesca Schiavone, nelle prime otto del torneo londinese entra una italiana; la quasi 27enne (il 30 dicembre prossimo) Giorgi che diventa anche la quinta italiana di tutti i tempi a raggiungere tale traguardo, un club per poche elette. Ne guadagna ovviamente la sua saccoccia ma anche il tennis italiano femminile, alla ricerca della sua leader dopo gli addii di Pennetta, Vinci, Schiavone (imminente) e il fermo della Errani per presunto doping (che comunque ha 31 anni). E’ la Giorgi la condottiera del team rosa, lo sapevamo da tempo, e ora che le diatribe (che sembrano appianate) con la Federazione sono alle spalle, si può pensare a traguardi ancora più importanti. Ad esempio la semifinale. La prossima avversaria della Giorgi, attualmente numero 52 del mondo (ma inevitabilmente salirà) sarà la vincente della sfida tra la statunitense Serenona Williams, scesa al numero 181 del ranking dopo la maternità ma accreditata della 25esima testa di serie (in virtù delle sette vittorie a Wimbledon), e la qualificata russa Rodina, numero 120, già coraggiosa ad issarsi così avanti nel torneo. Si profila quindi un Williams-Giorgi da campo centrale.

Andrea Curti