Sesto game dell’incontro, perso sul proprio servizio: palla corta, diritto in controbalzo, stop-volley perfetta, chop di dritto. Gioco perso ma va bene uguale. Perché dall’altra parte del campo c’è Tsitsipas, il dio greco non solo bello ma soprattutto bravo, come dimostra la classifica mondiale. Però con Musetti in campo non si vede lo stesso noioso tennis dove si pensa solo a fare braccio di ferro con l’avversario. Il ragazzo toscano gioca a tennis e in alcune circostanze ridicolizza il dio greco, come quando nel secondo set (terzo punto del secondo game) corre in avanti per intercettare la palla corta avversaria e flashia Tsitsipas con un ricamo di rovescio incrociato ad una mano. Oppure quando sul primo match point per l’ellenico, il tennista di Carrara fa serve and volley e chiude con una perfetta vollée di rovescio ad uscire. Sprazzi di gran tennis, di coraggio, di cuore e di gambe che fanno ben sperare per la completa maturazione del ragazzo toscano. Che intanto, con la sconfitta in semifinale (6/1 6/3 lo score per Tsitsipas) ad Acapulco (dove, ed è bene ricordarlo, il tennista azzurro ha vinto sei partite di fila, qualificazioni comprese) entrerà nei primi 100 del mondo alzando a 9 il numero degli gli italiani presenti nel ranking dei più forti. Se il neo cittì Volandri avrà l’imbarazzo della scelta per la squadra di Coppa Davis, i “senatori” Fognini e Berrettini sono avvertiti, perché dietro almeno i diciannovenni Sinner e Musetti si muovono a grandi falcate.

Andrea Curti