Benvenuti nel tennis moderno dove per vincere sull’erba in singolare non è necessario il “serve and volley” o saper in generale giocare sotto rete, bensì una prima di servizio solida e uno scambio da fondo rapido e profondo. Dobbiamo abituarci a questa pseudo-evoluzione tecnica e per farlo nel migliore dei modi, l’altoatesino Sinner ci aiuta parecchio. Perché è numero 1 del mondo e nella finale contro l’amico polacco Hurkacz, il roscio della porta accanto si è portato a casa il quattordicesimo trofeo in carriera su diciotto finali, il primo su un tappeto verde, grazie a due tie-break per l’azzurro maturati in diverse modalità. Nella prima frazione, con i servizi dominanti, entrambi i contendenti hanno avuto una sola palla break, prima Hurkacz nel terzo game e poi Sinner nel quarto, e quindi lo sbocco al 6 pari è stata la logica conseguenza. Qui Sinner è scappato 3-1 e 5-2 prima del ritorno del polacco sul 5 pari, poi sempre Sinner ha avuto un set point, poi l’ha avuto Hurkacz al tredicesimo punto ma Sinner è stato lesto a riprendere in mano il gioco e a chiudere il set al diciottesimo punto. Non è stato diverso l’andamento del match nella seconda frazione in cui solo Sinner ha avuto due palle-break, quelle del 2-0, ma non le ha capitalizzate. L’altoatesino ha mostrato tutti i suoi miglioramenti alla battuta concedendo all’avversario solo quattro punti su sei turni di servizio: forse è questa l’arma che lo ha fatto scattare alla poltrona di Re dell’ATP. Così si è giunti al secondo tie-break della giornata ma qui Sinner ha sofferto molto meno: dall’1 pari, l’italiano ha inanellato quattro punti consecutivi chiudendo la contesa sul 7-2 per un errore gratuito del suo avversario. Il pensiero, a fine match, fluttua tra love story e futuri impegni sportivi: “Tra poco giocherò a Wimbledon e non vedo l’ora di iniziare“, ha dichiarato il tennista azzurro, “l’anno scorso sono arrivato in semifinale ma oggi ho più fiducia sull’erba e avrò una settimana per prepararmi bene“.. Poi la dedica speciale. “Dedico il trofeo alle persone che mi stanno vicine. Alla mia ragazza Anna (la russa Kalinskaya, ndr) che oggi ha perso in finale a Berlino con 6 match point a favore“. Ad aprire la fenomenale domenica tedesca sull’erba di Halle sono stati il bolognese Bolelli e il torinese Vavassori, anche loro come Sinner impostisi in due set con due tie-break sulla coppia tedesca di Coppa Davis formata da Kravietz e Puetz, i quali giocando in casa hanno avuto il pubblico a favore. Abbiamo (vivaddio) una coppia che gioca volée e attacca e si muove all’unisono sotto rete, con schemi studiati e senza approssimazione. Per Bolelli e Vavassori, da inizio anno, due titoli (Buenos Aires e Halle appunto, tredici complessivi per Bolelli) e due finali Slam (Melbourne e Roland Garros), oltre alle semifinali di Indian Wells e Roma, a testimoniare come siano bravi su tutte le superfici. Non s’inventi nulla Volandri, in Davis dovranno giocare loro. Menzione particolare anche per gli sconfitti; Musetti al Queen’s è arrivato in finale giocando un tennis straordinario per varietà di colpi e imprevedibilità. I limiti del toscano sull’erba sono palesi ma l’azzurro ha dimostrato che giocando come si deve, anche senza un servizio bomba e pur essendo un “adattato” all’erba, si possono ottenere risultati eccezionali. Un toccasana per la nostra idea di tennis…

Andrea Curti