L’onda lunga Sinner si abbatte anche su Rotterdam dove nell’ATP 500 olandese, l’altoatesino soffre ma batte l’australiano De Minaur 7/5 6/4 aggiudicandosi il dodicesimo titolo in carriera, il sesto in un torneo indoor. La vittoria odierna è frutto di una superiorità nella velocità di palla rispetto al pur coriaceo aussie, non certo per la freschezza fisica; ma vincere anche quando si è un po’ stanchi è senz’altro un bel segnale. Peraltro il predestinato azzurro con un colpo solo ha detronizzato Adriano Panatta nella classifica ATP dell’era open; infatti domani Sinner sarà numero 3 del mondo (con soli 5 punti di vantaggio rispetto al russo Medvedev) scalzando Panatta che fu 4. In realtà però sia Sinner che Panatta sono accumunati dallo stesso destino storico di non risultate numeri 1 del mondo pur avendoli battuti più volte (rispettivamente Djokovic e Borg). “Il numero 3 vuol dire tanto per me e per l’Italia“, spiega Sinner, “ma la cosa più importante è di muovere il tennis italiano verso una direzione dove giocano più ragazzi, Ed essere un esempio per i ragazzi è il peso più importante, alla fine il 3 è solo un numero“. Già, solo un numero, un bel numero. Oggi Sinner è l’uomo da battere; vincendo Rotterdam l’altoatesino ha eguagliato la doppietta storica dell’australiano Hewitt di 23 anni fa, torneo del Grande Slam e torneo successivo in bacheca. Sinner ha vinto 21 delle ultime 22 partite, perdendo contro Djokovic solo la finale del Masters dello scorso 19 novembre. Adesso la campagna d’America all’aperto, i Master 1000 di Indian Wells e Miami, prima dei tornei sulla terra rossa, punto debole dell’azzurro. Intanto, avendo vinto gli Australian Open, Sinner è l’unico al mondo a poter fare il Grande Slam, ma ci sono anche le Olimpiadi e magari dopo la Davis, portare anche la medaglia d’oro al collo non sarebbe male.

Andrea Curti