Il cerchio (olimpico) si stringe e le speranze di medaglia per il tennis italiano sono appese alle punte di diamante dei due settori, maschile (Musetti) e femminile (Paolini), al doppio femminile Errani-Paolini e al doppio misto Vavassori-Errani. Come nel primo turno con la rumena Bogdan, la Paolini è partita contratta contro la polacca Linette, 41 del mondo (l’azzurra è 5). Non approfitta di due palle break in apertura di match la tennista toscana, poi fa il break al quinto game ma si fa immediatamente controbreakkare, complici diversi errori non forzati nel palleggio. In ogni caso la Paolini non è che si perde d’animo, anzi, e il diritto diventa la sua arma in più: uno in lungolinea le consente il secondo break al nono gioco, che apre le porte al primo set vinto 6/4 a zero sulla propria battuta, e uno a sventaglio nel terzo game della seconda frazione che di fatto le consente di dilagare e approdare al terzo turno del torneo olimpico, dove ad attenderla c’è la slovacca Schmiedlova, 67, che a sorpresa ha eliminato in due partite la brasiliana Haddad-Maia, 22. Negli scontri diretti l’azzurra è avanti 6-2 ma l’ultimo incontro in Billie Jean King Cup è andato alla tennista slovacca; lì era indoor, qui sul rosso all’aperto, condizioni diverse, altra storia. Nel maschile domani giocherà l’altro toscano Musetti, 16 del mondo, contro l’argentino Navone, 37, che nella finale del challenger di Cagliari lo scorso 5 maggio gli ha rifilato una secca sconfitta. Musetti, che parte comunque con i favori del pronostico, è l’ultimo superstite italiano nel singolare maschile, dove Vavassori e Arnaldi hanno ceduto alla distanza ai rispettivi avversari (Ruud e Koepfer). Ma se Vavassori, prendendo il posto di Sinner, non doveva nemmeno esserci ed è stato comunque bravo a superare un turno, la resa di Arnaldi nel secondo e terzo set è stata sconcertante e inaspettata, considerando che il mancino tedesco è un avversario alla portata e che Arnaldi ha spesso dato segnali di affidabilità, mai di resa. L’Italia è ancora in corsa nel doppio femminile e nel doppio misto; la coppia Errani-Paolini parte da favorita contro le francesi Garcia e Perry m queste, giocando in casa, avranno il solito pubblico rumoroso dalla loro parte. E c’è anche il doppio misto che forse è quello più in odor di medaglia: Errani e Vavassori che sono nei quarti di finale e mercoledì affrontano gli olandesi Koolhof e Schuurs per entrare in semifinale. Infine, dulcis in fundo, da segnalare la netta vittoria del serbo Djokovic, 2 del tabellone maschile, nel 60° match oggi tra “vecchietti” (75 anni in due!) contro il fu Nadal. 46 Slam in due, 14 vittorie al Roland Garros per lo spagnolo contro le 3 del serbo in terra di Francia. Francamente è stato sconcertante vedere Nadal così poco competitivo ad alti livelli: corto nel palleggio, pesante in campo, tempi di reazione da numero 70 del mondo, in difficoltà sulla propria battuta. Sembra quasi una esibizione più che un secondo turno del torneo olimpico, con il pubblico che incita lo spagnolo come stesse ad una partita dei globetrotters, ma Djokovic punta a vincere una medaglia, altrimenti non starebbe lì dopo l’operazione al menisco prima di Wimbledon. Così quando il serbo alza il ritmo, col palleggio e col servizio, Nadal scompare dal campo, impotente, facendo la fine del comprimario, lui che non lo meriterebbe, almeno secondo la storia del tennis. La fredda cronaca parla di 6/1 4-0 per un Djokovic che si limita al compitino prima che il campione serbo si muova a compassione per omaggiare l’amico rivale spagnolo, lasciandogli la scena, nel tripudio (francamente fuori luogo) degli spettatori sul Centrale del Roland Garros. L’iberico aggancia Djokovic sul 4 pari aggiudicandosi tre giochi consecutivi, ma resta il canto del cigno: finito lo show, il serbo si riprende il palcoscenico e chiude la partita, anzi la pseudo-partita, accedendo al terzo turno. Per Nadal forse un addio. In singolare. Perché in doppio è ancora in ballo insieme al giovane Alcaraz.
Andrea Curti
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