Non si è fatto in tempo a gioire per l’approdo agli ottavi di finale che i tennisti azzurri sono subito spariti da questi Us Open 2023. Ma le aspettative erano e restano diverse. Sinner e Arnaldi sono coetanei ma il loro palmares è ben differente: il primo è numero 6 del mondo, con ambizioni (certificate dalla stampa di settore) da numero 1 “predestinato”, è reduce dalla prima vittoria in un Master 1000; il secondo è venuto fuori nell’ultimo anno, entrando per la prima volta (da lunedì prossimo) nella top 50 del mondo. Ovviamente anche i mezzi tecnici sono diversi, e ci vorrebbe un mix per avere un giocatore quasi perfetto, ovvero l’incisività e l’esplosività di Sinner nel palleggio da fondo campo, il coraggio e le gambe di Arnaldi durante il match. A Sinner manca proprio sfrontatezza e intraprendenza (qualità caratteriali) oltre al gioco di volo (qualità tecniche), ed è questa la differenza quando ti trovi di fronte a tipi come Alcaraz, Medvedev o appunto Zverev. Che si è rivelato, quest’ultimo, l’avversario peggiore da poter incontrare, perché reduce da un grave infortunio e pertanto impaziente di riprendersi quanto di bello (e di economicamente rilevante) perso nell’ultimo anno. La cattiveria agonistica mostrata dal teutonico nel primo set, quando ha strappato il servizio a Sinner sul 4 pari con un rovescio lungolinea mortale, ed ha chiuso il set a zero sulla propria battuta, è sintomatica della sua voglia di ritornare in auge. Era questo che temevamo e questo è accaduto. Alla fine dei cinque set ha vinto chi aveva più carattere, più grinta; non è una bocciatura per Sinner ma il ragazzo non sembra ancora maturo per il podio dell’ATP né per almeno raggiungere una finale Slam (il che significherebbe vincere 6 partite sui 5 set in dieci giorni). Diverso discorso per Arnaldi, per la prima volta agli ottavi di finale di uno Slam, il cui processo di crescita e di maturazione è costante; anche contro Alcaraz, numero 1 del mondo, pur perdendo in tre set il ligure non ha avuto timore reverenziale, ha giocato con buona personalità una partita di qualità. Lo stesso Alcaraz, per batterlo, ha dovuto disputate un match di livello. E’ chiaro che, ad oggi, Arnaldi non ha raggiunto il passo dei primi 20 del mondo, ma può senz’altro aspirare a restare costantemente nei primi 50, ha tutte le carte in regola per farlo. Con l’uscita di Sinner e Arnaldi agli ottavi di finale, l’Italia saluta New York anzitempo e si butta nell’avventura Davis, dove Berrettini è out per l’infortunio alla caviglia e dove tutto questo ottimismo, per la vittoria finale dell’Insalatiera, è ahinoi fuori luogo.
Andrea Curti
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