ROMA- Fognini è così, è sempre stato così, nel bene (specie in Davis) nel male (torneo dello Slam): nel secondo turno degli US Open il ligure ha fatto di tutto per non arrivare al terzo turno e c’è riuscito in pieno, lasciando la vittoria all’australiano Millman, maltrattato più volte quest’anno da Cecchinato. Che non era giornata si era visto subito: rapido 6/1 per il 29enne di Brisbane con un Fognini falloso. Nella seconda frazione l’azzurro è volato 3-0 per farsi riprendere 3-3, poi qualche regalino di Millman lo ha portato sul 5/3 ed ha pareggiato il conto dei set per 6/4 dopo aver annullato due palle del cinque pari al tennista aussie. Nel terzo set situazione capovolta con Millman avanti di un break (2-0) ma il ligure comunque è rimasto in partita salendo 4-3. Poi il buio assoluto con Millman che ha vinto 3 giochi di fila e set. Probabilmente quel blackout è costato il match all’italiano tanto che nella quarta ed ultima frazione, in campo, da una parte c’è stato il monologo ad alta voce di Fognini, dall’altra il monologo tecnico di Millman che ha permesso all’australiano di chiudere 6/1 la contesa dopo 2 ore e 35 minuti di tennis, zeppo di errori e complessivamente inguardabile. Certo questa per Fognini (che da numero 14 insegue la top Ten) è una delusione piuttosto cocente ancor più del caldo asfissiante di Flushing Meadows, anche perchè al terzo turno avrebbe affrontato Kukushkin con vista Federer negli ottavi, ed invece la vista sarà quella del mare della favolosa Puglia. Paesaggi diversi ma affrontare Sua Maestà Federer sul centrale sarebbe stato assai stimolante. Con la sconfitta di Fognini si esaurisce al secondo turno la pattuglia azzurra a New York: bilancio davvero magro, per non dire altro.

ANDREA CURTI