La prima giornata degli US OPEN di New York ha visto 4 azzurri su 5 passare il primo turno. L’impresa meno prevedibile alla vigilia, è stata compiuta dal quasi 37enne Paolino Lorenzi, coetaneo di Sua Maestà Roger Federer, che ha eliminato il numero 16 del mondo e del seeding , l’inglese Edmund. E’ un bel risultato per il senese ora residente a Sarasota in Florida che sta risalendo la china lentamente: dopo anni tra la 40esima e la 50esima posizione, l’azzurro era sceso oltre i 100 causa guai fisici per poi vincere due Callenger e rientrare nei 100 (ora è 94esimo). Al secondo turno Lorenzi, che comunque difende gli ottavi dello scorso anno, affronterà il mancino argentino Pella in un match alla sua portata. Bravo è stato anche il 23enne Sonego di Torino che, ripescato come lucky loser, ha battuto al quinto set l’esperto lussemburghese Muller dopo una battaglia di oltre 4 ore di gioco. Il torinese ha reagito al 2-4 di svantaggio nel quarto set (con l’avversario avanti 2 set ad uno) e, complice un servizio micidiale e delle risposte a tutto braccio, si è rimesso in carreggiata approdando al secondo turno, dove trova il bombardiere russo Krachanov in un match in cui il ragazzo torinese parte sfavorito. Anche Seppi ha passato agevolmente l’esordio complice anche un Querrey tutto nervi e crampi; contro il 19enne Shapovalov sarà un’incontro ben diverso e giocato su ritmi assai più elevati. Completa il poker azzurro Camila Giorgi, unica azzurra nel tabellone principale, che ha ridimensionato la speranza americana Osuigwwe e che al secondo turno trova invece la veterana Venus Williams in un incontro difficile ma non impossibile. La nota dolente della giornata viene dal romano Berrettini che, in vantaggio 5-3 e servizio nel secondo set ha ceduto 4 giochi consecutivi all’esperto YanKee Kudla finendo la sua esperienza, alla prima partecipazione agli US OPEN. C’è da dire che attorno al 22enne del Nuovo Salario c’è un’aspettativa esagerata da mass media e addetti ai lavori e questa pressione addosso di sicuro non lo fa giocare con la giusta tranquillità.
ANDREA CURTI
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