Quando servi nel quinto set e sei avanti 4-3 nei games ma 15-30 sulla battuta e ti permetti di fare il punto del 30 pari con lo smash al rimbalzo da fondo campo, e quando poi sul 40-30 batti e scendi sulla tua seconda palla liftata, allora chapeau, coraggio a non finire, e la vittoria è più che meritata. La prima volta al terzo turno di uno Slam per il giovane ligure Arnaldi è il risultato di un percorso partito lo scorso anno proprio da New York, da numero 187, quando il tennista azzurro sfiorava il tabellone principale perdendo alle qualificazioni, e sfociato nell’attuale numero 61, in crescita dopo oggi. Le quattro ore e i cinque set con cui Arnaldi ha piegato il diciannovenne francese Fils, un tipo dal braccio caldo, anche troppo (vuole sparare sulle righe persino a campo aperto, e i 41 errori gratuiti lo dimostrano), ci dicono che, oltre alla sfrontatezza, l’azzurro è ben preparato dal punto di vista fisico, ricordando a volte nella fisionomia ma anche nel diritto, il Volandri dei bei tempi. Ora il numero 16 del seeding, il mancino britannico Norrie: “Ha grande esperienza”, sottolinea Arnaldi, “io devo recuperare un po’ le forze ma che bello esserci, non vedo l’ora di scendere in campo, devo fare la mia miglior partita”. Dopo due turni a Flushing Meadows la pattuglia azzurra, da undici elementi di partenza, si è assottigliata a tre, due giocatori tra gli uomini e una sola donna. Nel tabellone maschile, oltre a Arnaldi, non sorprende la solidità dell’altoatesino Sinner che ha vinto in scioltezza il decimo derby in carriera, il terzo contro il malcapitato torinese Sonego; i dati dimostrano come Sinner, contro giocatori più indietro in classifica di lui, difficilmente sbaglia match. Ciò significa che l’azzurro dovrebbe battere il veterano svizzero Wawrinka per poi affrontare eventualmente il primo incontro vero in programma, che ci può dire se l’altoatesino può ambire a qualcosa di più della top-five ovvero il tedescone Zverev, osso durissimo sul cemento. A completare il trittico azzurro c’è la riminese Bronzetti, ultima dei mohicani tra le ragazze: affronterà la cinese Zheng, 23 al mondo, ma la romagnola partiva sfavorita anche contro la 12 al mondo, la ceca Krejcikova, quindi tutto può accadere. Mentre troppo sta accadendo a Berrettini: il tennista romano non fa in tempo a tornare a giocare su buoni livelli che tac, arriva immediato l’infortunio. Questa volta a cedere è stata la caviglia destra che si è girata mentre Berrettini cercava di recuperare una palla avvelenata del francese Rinderknech; così è a rischio la Davis di metà settembre con probabile secondo singolarista da ricercare tra Musetti e Sonego. Ora la caviglia del tennista romano è gonfia e si aspetta la risonanza magnetica per sapere l’entità del danno fisico. Se ci fosse un Oscar per la sfortuna, quello sarebbe tutto appannaggio di Berrettini.
Andrea Curti
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