Il tennis dell’estro, dei pochi tatticismi, il tennis inventato al nanosecondo, il tennis della fantasia che non si uniforma al trend generale degli sparapalle a go-go ma è pronto sempre a nuove soluzioni, spettacolari quanto efficaci: “Mago” Musetti, ancora una volta il tennista azzurro più completo in circolazione, ha centrato la quarta semifinale azzurra nella storia di Wimbledon, dopo Pietrangeli (1960), Berrettini (2021) e Sinner (2023), la sua prima in carriera a 22 anni e figlio a carico. Nel suo quarto contro l’americano Fritz, 12 al mondo contro il 25 del toscano, Musetti ha giocato una grande partita, soffrendo quando era in difficoltà, rialzandosi subito, reagendo alle avversità di un match che avrebbe potuto sfuggir di mano. E invece è stato lucido alla fine, al contrario del suo avversario, famoso per il talento ma assai poco fighter in campo, un maestrino da circolo, bello a vedersi, elegante, ma senz’anima battagliera. Eppure lo yankee era partito forte: due break e 6/3 in cassaforte con un ace, più addirittura break di vantaggio in apertura di seconda frazione. Ma Musetti lentamente è entrato in partita, quasi sornione, approfittando sì degli errori dell’avversario ma combattendo anche in una giornata non così perfetta, specie sul servizio. Difatti l’azzurro ha ribaltato il punteggio issandosi 5-3, ha avuto anche un set point nel decimo gioco ma è stato raggiunto da Fritz sul 5 pari. Il capolavoro di concentrazione e maestria dell’italiano si è avuto nel tie-break dove ha sfruttato l’unico mini-break, quello del 2-0, per pareggiare (7 punti a 5) il conto dei set. Nela terza frazione, sulle ali dell’entusiasmo (l’azzurro) e della depressione (l’altro), Musetti è scappato via subito e il 6/2 facile facile ne è testimonianza. Il quarto set ha vissuto su episodi sfavorevoli all’azzurro: palla-break contro al quarto game, quindi palla dell1-3 annullata, e poi ben quattro opportunità successive di strappare il servizio a Fritz. Lì si è giocato il set perché poi l’americano, scampato pericolo, ha ripreso un minimo di fiducia e ha portato il toscano al quinto set. Le magagne però vengono sempre fuori, Fritz è uno che non ha carattere, lo sanno tutti, al contrario di Musetti che mentalmente è stato bravo a resettare quelle quattro palle-break sciupate e a giocarsi il tutto per tutto. Dominando in lungo e in largo l’americano (5-0 0-30 in suo favore) prima di chiudere la contesa 6/1 complice l’ennesimo errore non forzato di Frtiz (alla fine l’americano ne ha fatti 16 in più dell’azzurro, mica pochi). “Ho tenuto il meglio per la fine“, ha detto compiaciuto in conferenza stampa Musetti, “nel quinto set ho giocato il mio miglior tennis. Invece la partenza non era stata delle migliori: Fritz conduceva il gioco e io non riuscivo a rispondere bene. Poi ho cambiato mentalità e credo sia quello il click per far girare la partita. Spero di avere la stessa mentalità anche venerdì“. Già, ad attendere l’azzurro in semifinale c’è un Djokovic riposato, avendo il serbo usufruito del ritiro dell’australiano De Minaur; Sinora nei precedenti scontri diretti, il tennista toscano ha messo più volte paura all’ex numero 1 del mondo (ora 2) raccogliendo però una sola vittoria su cinque partite, sul rosso di Montecarlo l’anno scorso, ma nell’ultimo Roland Garros Musetti conduceva due set ad uno prima di crollare di schianto nel quinto. Insomma ci sarà match: da Mago Musetti aspettatevi altri conigli dal cilindro.

Andrea Curti