Applausi per tutti a Wimbledon, al vincitore ed al quasi vincitore. Perche’ Berrettini lo ha detto a tutti, “per me non e’ la fine della carriera ma un’ inizio”. Prima o poi Djkovic e quelli ultratrentenni come lui lasceranno il passo a Berrettini, così come Sinner. Sonego, Musetti ed altri, avranno la gloria che meritano. Per il momento pero’ battere il numero uno del mondo e’ un privilegio che in pochi quest’anno hanno ottenuto: 20 Slam come Nadal e Federer (“nessuno di noi smettera’ ora” ha detto sorridendo alla fine Djokovic) a tre quarti di Grande Slam in saccoccia (Australian Open, FrechOpen e Wimbledon). Ne manca solo uno, US Open, per emulare Laver 1969, ed è probabile che centri l’obiettivo. La caparbieta’ con cui oggi, contro Berrettini, non ha molla un centimetro e’ un monito per gli avversari: è vero che il serbo nel primo set si è fatto rimontare e superare nel tie-break ma negli altri set è bastato un break per venire a capo dell’incontro, Soprattutto e’ stato impressionante qundo, nella quarta frazione, Djokovic si è trovato sotto 0-30 nel settimo game con un pericoloso di break per Berrettini: 8 punti a 2 per il serbo e match ribaltato, con recuperi e colpi strepitosi, una reazione da vero numero 1 del mondo. Che si merita tutto. Chapeau.

ANDREA CURTI