Quattro azzurri agli ottavi di Wimbledon sarebbe storia, un sogno, non così irraggiungibile, visto che tutti partono favoriti nei loro incontri. Il numero 1 del mondo Sinner vanta 7 vittorie su 7 partite sull’erba, segno che il suo gioco si è adattato perfettamente ai rimbalzi bislacchi dei prati verdi; contro avrà il serbo Kecmanovic, 50, reduce dalla finale persa ad Eastbourne, ma sulla carta non dovrebbe esserci match, data la differenza di velocità di palla tra i due. Il toscano Musetti, 25 del mondo, ha l’avversario più semplice, l’argentino Comesana, 122, battuto da Cecchinato sul rosso di Sassuolo e presentatosi a Londra per prendere i dollaroni del primo turno. E invece il sudamericano, dopo aver eliminato a sorpresa il gemello del russo Rublev, ha preso quelli del secondo ed ora si presenta al cospetto di Musetti baldanzoso e senza nulla da perdere. Dal canto suo, il “Mago” toscano quest’anno ha centrato la finale al Queen’s vincendo 9 partite su 11 sull’erba, non era mai successo nella sua giovane carriera. C’è poi il veterano ligure Fognini a tentare l’approdo agli ottavi, e per portare la sua nave nei migliori 16 del torneo, il 37enne azzurro dovrà battere il 36enne spagnolo Bautista Agut con cui Fognini ha perso una sola volta su cinque. E’ un match quasi da ultima chance in carriera per entrambi e la versione “agassiana” di Fognini, biondo platino e anticipo incondizionato su ogni palla, lascia ben sperare. “The last but non the least” ecco la toscana Paolini, 7 del ranking e seeding, ultima delle mohicane italiane in tabellone femminile; ci sarà la rivincita di Parigi con la russa naturalizzata canadese Andrescu, 176 non veritiero, e speriamo che l’esito sia lo stesso del Roland Garros (vittoria della Paolini). Questa possibilità di poker azzurro a Wimbledon apre le porte ad almeno due considerazioni importanti: la prima è che mai il movimento tennistico azzurro poteva vantare tutta una serie di giocatori ottimi e bravi, in grado di issarsi a livelli altissimi in classifica e nei tornei del Grande Slam; la seconda è che il tennis mondiale è monotematico e si è livellato su standard più bassi rispetto a 15-20 anni fa, assai meno tecnici quanto più fisici, più atletici. Insomma basta avere due gambe che girano parecchio e una potenza esplosiva nei colpi per portare a casa i match: le voleé, gli smash, le demi-voleé, i lob, i chop di dritto pare  appartenere ormai al Giurassico. Ed è un peccato mortale.

Andrea Curti