Lo avevamo già ricordato: la tradizione dice che chi vince il Queen’s è tra i favoriti a Wimbledon, e così è accaduto. Thor Berrettini ha lanciato il suo martello facendo cadere anche il giovane canadese Auger-Aliassime e con lui, una serie di tabù storici per il tennis italiano: innanzitutto era dal 1960 con Pietrangeli che un azzurro non arrivava nei migliori quattro all’All England Club. I puristi, a cui il tennis elitario e di nicchia di quegli anni fa assai sorridere,  preferiscono sottolineare come ci sia un azzurro in semifinale a Wimbledon per la prima volta nella storia dell’Era Open, non disdegnando anche il record della decima vittoria consecutiva sull’erba. Agli stessi puristi Berrettini non stimola l’appetito tennistico per via di una impugnatura poco ortodossa ma degna del miglior martello di Thor. E sotto i suoi colpi è stramazzato pure il colored canadese Auger-Aliassime )n.19) dopo tre ore di botte e controbotte incredibili, di discese a rete coraggiose, di passanti azzeccati e sbagliati. Berrettini è partito sparato con due break in cinque games (4-1), poi ha ceduto un incredibile ottavo gioco da 40-0 in suo favore ma nel nono, dopo sette set-point complessivi, finalmente ha portato a casa il primo set 6/3.  Nella seconda frazione invece Aliassime è parso più deciso tanto da salire 3-1 ma Berrettini lo ha ripreso subito e anzi non ha capitalizzato neppure una delle tre palle del break del 5-3. Ma il secondo break per il tennista canadese è arrivato all’undicesimo gioco e il 7/5 per Aliassime ha riportato la contesa in parità. Forse il Berrettini sbarbato e inesperto di due anni fa avrebbe perso terreno, invece l’attuale numero 9 del mondo (con aspirazioni da numero 8 visto che Federer è stato eliminato) ha ripreso in mano le redini del gioco aspettando il momento buono per colpire. Infatti l’azzurro ha prima salvato due pericolose palle-break nel terzo game della terza frazione e poi ha annichilito Aliassime strappandogli la battuta sul più bello, cioè al dodicesimo gioco. In vantaggio due set a uno, Berrettini ha ritrovato sicurezza nei fondamentali ed ha mantenuto il break ottenuto al secondo gioco, chiudendo il match 6/3 senza lasciare neppure un quindici sul proprio servizio. Affinché il sogno finale si avveri sarà obbligatorio battere in semifinale il polacco Hurkacz, numero 18, che ha trionfato nel Masters 1000 di Miami contro Sinner. Prima di Wimbledon, il tennista polacco aveva vinto un solo match su sette, collezionando cinque primi turni. Invece a Londra è rinato estromettendo dal torneo il numero 2 Medvedev e sua maestà Federer e vincendo quattro partite su cinque in tre set secchi. Segno che quando si tratta di superfici veloci e irregolari, Huracz è un avversario molto pericoloso. Gli scontri diretti sono in parità, 1-1, e l’impressione è che il match sarà durissimo per entrambi.

Andrea Curti