Quando qualche anno fa ebbe un grave infortunio (ed era promettente già a 16 anni), in pochi credevano che avrebbe potuto risalire la china ed avere una bella carriera; invece Elisabetta Cocciaretto, tosta come una marchigiana doc qual è, si è presa la scena tennistica italiana lentamente, detronizzando la sopravvalutata Giorgi e le discontinue Trevisan e Bronzetti. Con il suo tennis di pressione sì ma anche di intelligenza e di contro balzo, condito con la sua caparbietà, la Cocciaretto merita tutto il successo di questo mondo, coadiuvata dal suo storico coach Fausto Scolari che ha sempre creduto in lei e nelle sue possibilità. Sulla terra rossa di Losanna, categoria 250, la 22enne di Fermo ha dato vita ad un torneo incredibile, in cui è sportivamente morta più volte, annullando match-point alle avversarie, ed è risorta altrettante, dimostrando di non mollare mai anche in situazioni di grande ritardo nel punteggio. Ma andiamo per odine, la cavalcata vincente della ragazza marchigiana va gustata match per match. Primo turno: contro la promettente diciottenne svizzera Naef, n. 159, la Cocciaretto recupera un set e 4-1 di svantaggio nel secondo, annullando un match point all’undicesimo game della seconda frazione, per un totale di due ore e 22 minuti di gioco. Secondo turno: contro la 21enne argentina Riera, 143, la partita è in equilibrio sino al 2 pari del terzo set, poi l’azzurra prende in largo e chiude in 2 ore e 38 minuti. Quarti di finale: la ventenne russa Avanesyan, n.68, è in ascesa, e si vede da subito, con la Cocciaretto che fa fatica a contenere l’avversaria. Ma è proprio lo svantaggio di 0-5 (sì, avete capito bene, 0-5!) che fa scattare la molla alla tennista marchigiana, capace di ribaltare l’inerzia del match e di vincere in due partite dopo un’ora e 36 minuti di gioco. Nella semifinale contro l’ungherese Bondar (155) sembra tutto girare per il meglio, con l’italiana avanti subito 5-2 e un set point in favore, ma perde il set al tie-break e si trova sotto 3-0 nel secondo. Non muore mai la Cocciaretto, autentica lottatrice, e così annulla un match point all’ungherese e chiude la contesa al terzo set dopo 3 ore e 26 minuti di gioco, autentico match maratona. E nella finale di oggi i miracoli non sono finiti: contro l’ostica francese Budel, 84 del mondo, che varia molto il gioco (restano comunque inguardabili i topponi a pallonetto da fondo campo della transalpina!), la Cocciaretto ha portato a casa la prima frazione faticando molto (era avanti 4-1 l’azzurra prima di chiudere 7/5), poi si è fatta fregare dal palleggio snervante della Budel cedendo la seconda frazione 6/4 e nella terza la francese si è trovata avanti 4-2 senza strafare. Sembrava la Cocciaretto stremata, senza forze, ed invece ha tirato fuori tutta la grinta che conosciamo avere per (di nuovo) ribaltare il punteggio e aggiudicarsi l’incontro (dopo altre 2 ore e 45 minuti di gioco) e il titolo, il suo primo titolo in carriera, che la proietta nelle prime trenta del mondo. La prima volta non si scorda mai. E infatti, a fine match, la stessa Cocciaretto confessa: “E’ la settimana più pazza e più bella della mia carriera! Ero arrivata qui a Losanna senza troppe pretese, con pochi allenamenti e un viaggio infinito in macchina da Palermo per via dei voli aerei annullati. In più sono stata in campo per 13 ore…Inutile dire che sono felicissima, è una grande gioia che voglio condividere col mio coach Fausto Scolari e con tutti quelli che credono in me”. Un pezzetto è anche nostro. Brava “Coccia”, tennista che incamera la vera essenza di questo sport.

Andrea Curti