di DANIELE POTO

Una delle ultime finzioni di sport praticato nell’era del coronavirus è stata bloccata a Londra. Stop alle qualificazioni del pugilato per un’Olimpiade che chissà mai se si disputerà. Uno schiaffo in faccia alla sicumera inglese nel minimizzare la pandémia e anche alla Federazione Internazionale che ha iniziato un torneo al buio, senza avere le garanzie per ultimarlo. Un po’ di segreto avvolge l’interruzione di torneo. Ci sarà qualche pugile positivo e a rischio contagio? Disputare appena uno o due turni per la gran parte degli iscritti potrebbe rivelarsi un impegno inutile. Ma rimanendo nel campo dello sport- sia pure come esercitazione- vale la pena di rimarcare l’esito disastroso della squadra azzurra, pur schierata all’altezza del suo non irresistibile andamento odierno. I nostri dilettanti sono militari che preferiscono non passare professionisti perché hanno uno stipendio più certo al momento ma nessuno stimolo per migliorare. Vedere Mangiacapre, medaglia di bronzo olimpica, ignominiosamente sbattuto fuori da un modesto avversario al primo turno o veder Cavallaro subire la stessa sorte, è stato un grande smacco alle speranze azzurre che pure nelle Olimpiadi più recenti hanno mietuto successi con Cammarelle, Parisi, Oliva, per non risalire alla colossale messe di medaglie nei Giochi di Roma. Passività anche all’angolo dove i secondi non hanno saputo impartire alcuna direttiva tecnica per invertire l’esito di match segnati per la remissività azzurra. Rassegnati anche loro. E che dire di Clemente Russo, 38 anni, il cui sogno della quinta Olimpiade consecutiva, si è per ora sbriciolato per un’indisposizione. Un atleta di quel prestigio che non sa regolarsi e va incontro a una dissenteria alla vigilia del primo match? Ammesso e non concesso che il motivo del match fosse proprio quello. In realtà l’ostacolo già dalla prima esibizione appariva insormontabile: un inglese sparring partner di Joshua, ben più alto di Russo e favorito dal combattere in casa. Fuga per la sconfitta in altre parole. Ora, ragionando in termini probabilistici, c’è un’ultima spiaggia di qualificazione pro-Giochi ma se la squadra è questa (fragilissima) le prospettive restano davvero misere. Il pugilato non ha seminato bene negli ultimi quattro anni ed è rimasto fermo a vecchi valori superati.