E se riandassimo alla famosa frase di Zeman che tanto dava fastidio alla Juve? Il
conto economico di un calcio che non funziona più ed è in stato pre-fallimentare è
evidenziato dall’ultimo scandalo delle plusvalenze. Argomento vecchio, escamotage
mai definitivamente combattuto dalle istituzioni. La compiacente Federcalcio viene
preceduta, come al solito, dalla magistratura ordinaria, costretta ad aggiornarsi
affannosamente con una documentazione che produrrà risultati solo all’altezza di
maggio 2022? Vogliamo scommettere che finirà tutto con una grande bolla di
sapone e che la ventilata minaccia di sottrarre qualche scudetto alla Juve è un puro
ballon d’essai? Ma il doping amministrativo è grave quanto il doping clinico.
Truccare i bilanci come doping di sistema. E la Juve con le plusvalenza ha giustificato
la bellezza di 282 miliardi con valutazioni da fantascienza come i 75 milioni di teorica
valutazione di Arthur, un assoluto flop tecnico, come si può constatare. Due
giocatori mediocri scambiati tra di loro possono diventare due campioni di pregio se
i due club sono d’accordo. E la Juve è stata maestra in queste manomissioni della
realtà. Fuori dalla notizia di cronaca il regno di Andrea Agnelli scricchiola anche se la
famiglia Elkann si palesa come accomodante e continua a pompare denaro in una
società il cui bilancio fa acqua da tutte le parti. Una goccia che ha quasi fatto
traboccare il vaso è l’ingaggio di Ronaldo con tanto di mistero assortito (v. carta
segreta la cui esistenza viene pretestuosamente negata). I tre anni del portoghese a
Torino non hanno fruttato alcun fatturato europeo anche se la squadra a vincere in
Italia. Dunque una mossa sbagliata, tra le tante. Come la liquidazione di Marotta e
tanti incauti acquisti che hanno resto l’attuale rosa a disposizione di Allegri un
autentico rebus. Se possibile il dopo-Ronaldo, con la coppia Bonucci-Chiellini al
lumicino, si annuncia ancora più mesto. Questa Juventus 2021-2022 non appare da
Champions League e sicuramente inferiore a almeno a Napoli, Inter, Milan e
Atalanta.

DANIELE POTO