Dopo gli antipastini dei vari tornei in erba, divisi tra Germania, Olanda, Gran Bretagna e Turchia, si entra nel vivo della portata principale, che sarà servita nel Tempio Sacro di Wimbledon, laddove il tennis è un altro sport, per tradizione, per i campi differenti uno dall’altro (pur trovandosi nello stesso impianto dell’All England Lawn Tennis Club!) in termini di velocità e rimbalzo della pallina, per l’originale scelta degli organizzatori di affibbiare le teste di serie ad un giocatore più erbivoro rispetto ad un altro pur trovandosi, il primo, indietro in classifica rispetto al secondo (è quello che è successo a Nadal, 2 del mondo, retrocesso a 3 per far spazio a Federer). Nadal ha bofonchiato e a vedere il tabellone sorteggiato, ne ha ben donde. Anche Fognini, numero 10 del mondo, è stato degradato a 12a testa di serie, per via di risultati poco esaltanti sull’erba londinese (non è mai andato oltre il terzo turno), e il ligure affronterà l’inguardabile (stilisticamente) americano Tiafoe, numero 39, non in gran forma (una sola partita su tre quest’anno vinta sul verde dallo yankee). Verve a parte di Fognini, la differenza la farà la condizione atletica, dal momento che tre set su cinque impongono durate più lunghe di un torneo normale. Nell’unico precedente il 32enne ligure si impose nel 2017 al Roland Garros, sul rosso. Staremo a vedere: di certo degli 11 azzurri in tabellone, 9 uomini e 2 donne, il numero 1 d’Italia ha pescato un avversario giovane e scorbutico. Scorbutico ma più elegante è invece l’avversario del romano Berrettini, numero 20 del ranking promosso dagli organizzatori a 17esima testa di serie (per via della vittoria a Stoccarda e semifinale ad Halle); il 23enne del nuovo Salario, alla seconda presenza sui prati di Church Road, londinesi (l’anno scorso  superò in rimonta lo yankee Sock per poi cedere contro il francese Simon), debutterà contro il piccolo moldavo Albot, numero 41, che nelle tre precedenti partecipazioni a Wimbledon vanta il terzo turno come miglior risultato: gli scontri diretti sono 2-0 per Berrettini ma tutti sulla terra rossa. Per il palermitano Cecchinato, sceso a 40, qualsiasi avversario sull’erba sarebbe stato un problema (anno nero dell’azzurro con nove primi turni all’attivo!) figurarsi l’australiano De Minaur, 25 del seeding e 29 del mondo, lo stesso che l’anno scorso lo eliminò a parti invertite (l’azzurro proveniva dalla semifinale del Roland Garros ed era testa di serie) non senza rimpianti per il siciliano, che sprecò diverse occasioni per portare al quinto set il giovane aussie. A Roma Cecchinato ha pareggiato il conto degli scontri diretti ma era terra rossa, altra storia.
Il navigato 35enne Seppi, 71 del ranking alla sua quindicesima partecipazione a Wimbledon, ha pescato il gigante cileno Jarry, numero 55 che lo ha battuto lo scorso anno sul cemento americano. Dovrò avere pazienza Seppi per uscire dallo scambio, cercare di tenere in campo il più possibile il suo avversario. Match comunque duro per l’altoatesino.
Il piemontese Sonego, invece, numero 75 (In salita dopo la semifinale di Antalja) pare aver pescato il miglior avversario del lotto ma non per questo facile; lo spagnolo Granollers, numero 105 proveniente dalle qualificazioni, è un iberico atipico, che predilige le superfici veloci rispetto alla terra. Dovrà stare attento il 23enne torinese, benché parta indubbiamente favorito.
La dea bendata ha invece tirato un brutto colpo al 30enne pugliese Fabbiano, numero 102 della classifica (reduce dal miglior risultato in carriera sull’erba di Eastbourne), che se la vedrà con il giovane greco Tsitsipas, numero 6 del ranking mondiale e settimo favorito del seeding, che lo scorso anno lo aveva stoppato al terzo turno (il pugliese aveva eliminato Opelka e Wawrinka). Male è andata anche al veterano 37enne Lorenzi, 107 delle classifiche dopo un lungo peregrinare nei challenger; per il senese c’è il russo Medvedev, 13 del mondo e 11 del seeding, in vantaggio quest’ultimo nell’unico scontro diretto, Sydney 2018.  Non impossibili i match per i due bravissimi qualificati azzurri. Il siciliano Caruso, numero 125, dopo il terzo turno al Roland Garros, è presente anche a Wimbledon, e ritroverà quel francese Simon da lui battuto proprio a Parigi poche settimane fa (comunque Simon a Wimbledon vanta i quarti nel 2015). Il canturino Arnaboldi, invece, 209 nel ranking, dovrà coprirsi parecchio dalle bordate del 40enne croato Karlovic, 80, che dall’alto dei suoi 211 centimetri, fa del servizio la sua arma migliore. Arnaboldi dovrà cercare di scambiare parecchio pregando affinché la prima del croato non sia sempre incisiva.
Capitolo donne: due azzurre in gara con diverse prospettive. La marchigiana Giorgi, rientrata nelle competizioni ad Eastbourne dopo tre mesi di assenza per l’infortunio al polso, n. 41 del mondo, incrocerà le racchette della 18enne ucraina Yastremska, già numero 36, una delle sei giocatrici che in questa stagione hanno già vinto più di un titolo. La Giorgi
è chiamata a difendere i quarti raggiunti un ano fa quando fu fermata solo da Serena Williams in tre set. E proprio Serena (sette volte vincitrice a Wimbledon) è l’avversaria della seconda azzurra in tabellone, la 31enne torinese Gatto Monticone, alla sua “prima volta” sui prati londinesi. L’esito è scontato ma già un giorno poter dire ai suoi nipotini di aver giocato sul Centrale (o su un campo altrettanto importante) di Wimbledon contro una delle più titolate campionesse di tutti i tempi, è un bel risultato che non tutti possono raggiungere.
Andrea Curti