ROMA-Max Yasgur l’uomo grazie al quale Woodstock divenne Woodstock. Il russo-ebraico Yasgur morto il 9 febbraio del 1973 fu, in qualche modo, l’artefice del più famoso Festival della storia (non il migliore, quello fu Monterey). Max Yasgur alcuni anni prima della sua morte pensò bene di vendere il terreno sul quale si sarebbe consumato dal 15 al 18 agosto del 1969 il Festival, con la F maiuscola. Il più grande happening della cultura hippie.  Lo straordinario appuntamento lungo tre giorni della musica, della pace e della libertà. Three Days of Peace & Music: questa la citazione internazionale. Il concerto-festival-rock più importante della storia. Impossibile da dimenticare. Insomma la Musica per definizione! Yasgur era un contadino, proprietario di un’enorme appezzamento di terra a Bethel nello stato di New York. Le sue 650 mucche gli permettevano di essere il più grande produttore di latte della contea. Quando si sparse la voce che stava per tenersi un grande raduno musicale su quei terreni, i conservatori della zona favorirono un boicottaggio contro Yasgur. “Non vogliamo 150 mila hippies. Non comprate il suo latte. Fermate il Festival Hippie di Max”: queste le scritte e le minacce su cartelloni e muri della città. Nessuno avrebbe immaginato l’enorme successo di un memorabile concertone come Woodstock. In realtà furono 400.000 gli hippies di tutto il mondo ad inondare quei terreni. Terreni che permisero a Woodstock di entrare nella storia. Storia che racconta l’essenza del rock (di quei tempi) per la presenza straordinaria sul mega palco di Santana, Canned Heat, Mountain, Janis Joplin, Sly & The Family Stone, Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival, The Who, Jefferson Airplane, Joe Cocker, Ten Years After, Blood, Sweat & Tears, Jimi Hendrix, Crosby, Stills, Nash & Young e tantissimi altri artisti. Insomma un momento epocale per la musica. Ovvero il rock in tutte le sue sfaccettature.

Mauro Cedrone